Italia: Paese “confuso”. Acqua bene comune, ma con limiti, in barba al referendum del giugno 2011

Italia: Paese “confuso”. Acqua bene comune, ma con limiti, in barba al referendum del giugno 2011

Da Giurdanella, rivista di Diritto Amministrativo, 22 Aprile 2016

Acqua pubblica: la Camera approva ddl. Il testo passa al Senato

L’Assemblea della Camera, nella seduta del 20 aprile 2016, ha approvato, con ulteriori modificazioni rispetto al testo della Commissione di merito, la proposta di legge recante “Princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque“. Il testo passa all’altro ramo del Parlamento.
La proposta di legge reca norme in materia di gestione dell’acqua, di pianificazione, gestione e finanziamento del servizio idrico integrato, nonché ulteriori disposizioni riguardanti la bolletta del servizio idrico integrato, i meccanismi di partecipazione alla gestione di tale servizio e l’istituzione di un Fondo nazionale di solidarietà internazionale.
Il disegno di legge è al centro della bagarre politica.
Contro il disegno di legge si sono schierati M5S e Sinistra italiana, in quanto secondo gli oppositori, si tratta di una legge che apre la strada ai privati stravolgendo dunque la scelta referendaria di 27 milioni di cittadini. Mentre il PD nega che ci sia privatizzazione e svendita di un bene comune.
La proposta prevede in particolare un tetto massimo di erogazione giornaliera pari a 50 litri giornalieri per persona, tenendo conto dei valori storici di consumo e di dotazioni pro-capite.
Per quanto riguarda il rilascio e rinnovo di concessioni di prelievo di acque, si prevede una delega al Governo, da esercitare entro il 31 dicembre 2016, per l’emanazione un decreto legislativo contenente disposizioni per il rilascio e il rinnovo delle concessioni di prelievo di acque, ivi incluse le fattispecie riguardanti il trasferimento del ramo d’azienda.
Viene poi stabilita la qualificazione del servizio idrico integrato quale servizio pubblico locale di interesse economico generale assicurato alla collettività, prevedendo che l’affidamento del SII può avvenire anche in via diretta in favore di società interamente pubbliche, in possesso dei requisiti prescritti dall’ordinamento europeo per la gestione in house, comunque partecipate da tutti gli enti locali ricadenti nell’ATO.
Viene affidato inoltre al Ministero dell’Ambiente una funzione di controllo sul rispetto della disciplina vigente in materia di tutela delle risorse idriche e della salvaguardia ambientale.

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